Abstract
L’articolo si interroga sul legame intrinseco tra pedagogia ed egemonia formulato da Gramsci nei suoi Quaderni del carcere. Per spiegare la complessità di questo nesso e una serie di sue implicazioni, viene condotta una breve analisi del concetto di “personalità”, mostrando la pluralità di strati temporali che la costituiscono. Ciò implica anche affrontare la nozione gramsciana di pedagogia, mostrando come essa consiste in un processo di traducibilità tra spontaneità e direzione consapevole, e come può plasmare sia la personalità individuale, sia la volontà popolare come parte del processo di costruzione dell'egemonia. In tale contesto concettuale, il problema da affrontare è se Gramsci ritiene che la coercizione sia l’unico modo con cui lo Stato-nazione ordina la personalità plurale dell’individuo e la pluralità temporale della società; o se lo Stato non possa essere ridotto a questo compito.

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